lunes, 7 de marzo de 2016

Declaración de guerra de Mussolini

Texto Original

¶ "Combattenti di terra, di mare, e dell'aria! Camicie Nere della Rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno di Albania. Ascoltate!
Un'ora segnata dal destino, batte nel cielo della nostra Patria...
Gritos de la muchedumbre... ¡Guerra, guerra!
L'ora... l'ora delle decisioni irrevocabili.
La dichiarazione di guerra è già stata consegnata a gli ambasciatori di...
La algarabía de la muchedumbre interrumpe a Mussolini... ¡Guerra! Guerra!
A gli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia." ¶
"Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente che in ogni tempo hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza medesima del Popolo italiano.
Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste parole: frasi, promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue Stati.
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa, ma tutto fu vano.
Bastava rivedere i Trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle Nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità. Bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate.
Bastava non respingere la proposta che il Fuhrer fece il 6 ottobre
dell'anno scorso dopo finita la campagna di Polonia. Ormai tutto ciò appartiene al passato. Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferreamente l'impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della Storia. Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime.
Noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di 45 milioni di anime non è veramente libero se non ha libero accesso all'Oceano.
Questa lotta gigantesca non è che una fase e lo sviluppo logico della nostra Rivoluzione.
E' la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra. E' la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isterili e volgenti al tramonto; è la lotta tra due secoli e due idee.
Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto, prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro se esse saranno rigorosamente confermate. Italiani! In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che secondo le leggi della morale fascista quando si ha un amico si marcia con lui fino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo colla Germania, col suo popolo, colle sue vittoriose forze armate.
In questa vigilia d'un evento di portata secolare rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del Re Imperatore che come sempre ha interpretato l'animo della Patria e salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della Grande Germania alleata.
L'Italia proletaria e fascista è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti.
Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: VINCERE! E vinceremo per dare finalmente un lungo periodo di pace con giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.
Popolo italiano, corri alle armi e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore."


Castellano

"Combatientes de tierra, del mar y del aire. Camisas Negras de la Revolución y de las Legiones, hombres y mujeres de Italia, del Imperio y del Reino de Albania. Escuchen!
Una hora señalada del destino, sacude el cielo de nuestra patria, una hora de las decisiones irrevocables. La declaración de guerra, ya ha sido consignada a los embajadores de Gran Bretaña y de Francia.
Salgamos al campo contra las democracias plutocráticas y reaccionarias del occidente que siempre han obstaculizado la marcha y a menudo han atentado contra la existencia misma del Pueblo italiano.
Algunos lustros de la historia más reciente, se pueden resumir en estas palabras: frases, promesas, amenazas, chantaje, y al final, cual coronamiento del edificio, el infame asedio asociado de cincuenta y dos estados.
Nuestra conciencia está absolutamente tranquila. Con ustedes el mundo entero es testigo que la Italia del Littorio ha hecho cuanto era humanamente posible, para evitar la tormenta que convulsiona Europa. Pero todo fue en vano.
Bastaba revisar los tratados, para adecuarlos a la exigencia cambiante de la vida de las naciones y no considerarlos intangibles por toda la eternidad. Bastaba, no iniciar la política necia de las garantías, que se ha manifestado sobretodo mortal para los que la han aceptado.
Bastaba, con no rechazar la propuesta que el Fuhrer hizo el 6 octubre del año pasado, después de terminada la Campaña de Polonia. Ya todo eso pertenece al pasado. Si hoy, nosotros estamos decididos a afrontar los riesgos y los sacrificios de una guerra, lo es porque el honor, los intereses, el futuro, férreamente lo imponen, ya que un gran pueblo es realmente tal, si considera sagrados sus empeños y si no evade las pruebas supremas que ha dispuesto el curso de la Historia. Nosotros, empuñamos las armas para resolverlo, después de solucionado el problema de nuestras fronteras continentales, el problema de nuestras fronteras marítimas.
Nosotros queremos romper las cadenas del orden territorial y militar que sofocan nuestro mar, porque un pueblo de 45 millones de almas, no es verdaderamente libre si no ha liberado el acceso a su océano.
Esta gigantesca lucha no es una fase ni el desarrollo lógico de nuestra Revolución. Es la lucha del pueblo pobre con brazos numerosos en contra de los hambrientos que retienen ferozmente el monopolio de todas las riquezas y todo el oro de la tierra. Es la lucha de los pueblos fecundos y jóvenes contra los pueblos estériles y que tienden al ocaso; es la lucha entre dos siglos y dos ideas.
Ahora que los dados han sido tirados y nuestra voluntad ha puesto sobre nuestros hombros los navíos, yo declaro solemnemente que Italia no quiere arrastrar al conflicto a otros pueblos limítrofes por mar o por tierra. Suiza, Yugoslavia, Grecia, Turquía, Egipto, tengan en cuenta mis palabras y depende de ellos, solamente de ellos, si ellas serán confirmadas rigurosamente. ¡Italianos! En una memorable concentración, aquella de Berlín, yo dije que según las leyes de la moral fascista, cuando se tiene a un amigo se marcha hasta el final con él. Esto hemos hecho y lo haremos con Alemania, con su pueblo, con sus victoriosas fuerzas armadas.
En esta víspera de un acontecimiento de alcance secular dirigimos nuestro pensamiento a su Majestad el Rey Emperador, que como siempre ha interpretado el ánimo de la Patria, y saludamos la voz del Fuhrer, el jefe de la Gran Alemania aliada. La Italia proletaria y fascista está por tercera vez de pie, fuerte, orgullosa y compacta como no lo estuvo nunca.
La palabra de orden es un sola, categórica y comprometida para todos. Ella ya sobrevuela y enciende los corazones desde los Alpes al Océano Índico: ¡VENCER! Y venceremos para por fin lograr un largo período de paz, con justicia para Italia, para Europa, para el mundo. Pueblo italiano, corre a las armas y demuestra tu tenacidad, tu ánimo, tu valor."

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